La società tende a essere "liquida", senza confini, un organismo mobile, continuamente in divenire.
Gli individui creano continuamente proprie relazioni, si mescolano in comunità diverse e mutevoli, passano da una configurazione collettiva all'altra, entrano in un complesso di relazioni continuamente in trasformazione.
L'"io" diventa mutevole, appare precario, fragile, fluttuante.
L'autoaffermazione si misura incessantemente con la percezione della precarietà, con rilevanti fattori di frustrazione o di angoscia.
L'addio alle fedi politiche classiche e la secolarizzazione impongono una specie di fai-da-te etico (bricolage etico).
L'individuo prova a identificare propri "valori", che possono essere revocabili, sostituibili con altri ritenuti più adatti alla mutevolezza della vita e alle nuove forme di relazione.
La figura fondamentale in questo senso è il labirinto: si sa che cosa si cerca, ma si procede per intuizioni, per prove ed errori.
E' l'etica del viandante, privo di mete se non occasionali.
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