giovedì 13 marzo 2008

LA VERITÀ


C’era una volta un re, chiamato Faccia di Specchio, che riunì alcuni monaci ciechi dalla nascita e domandò loro se conoscessero gli elefanti. Poiché essi non ne avevano nozione, esaudì la loro richiesta di conoscere cosa fossero. Il re ordinò, allora, d’introdurre un elefante e ai ciechi di toccarlo con le loro mani. Uno toccò la zampa, un altro la coda, chi l’orecchio ecc., e a ciascuno il re disse: “Questo è l’elefante”. Poi, il re domandò: “Com'è fatto un elefante?” Ciascun monaco lo descrisse secondo ciò che aveva toccato, chi paragonandolo a un palo, chi a un monticello, chi a una corda ecc. I ciechi, allora, cominciarono a disputare e litigare tra di loro, e il re, ridendo disse loro: “Il corpo dell’elefante è unico, ma le percezioni differenti hanno determinato la vostro disputa”.

Diverse sono le interpretazioni da dare all’aneddoto. Ad esempio:
▪ gli individui, nell’intendere la realtà, selezionano alcuni aspetti, ordinandoli da una prospettiva particolare. Ciascuno, cioè, ha un proprio, particolare, modello di osservazione e di valutazione; così, chi si sente depositario esclusivo della verità, rischia di fare come i monaci ciechi.
▪ quando si prende in considerazione un oggetto, può essere necessario valutarlo nel suo contesto, come una parte del tutto;
▪ negli studi, ogni disciplina dà un contributo alla conoscenza.

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