Il vertice del G-7, tenutosi a Roma alcuni giorni fa, ha continuato formalmente a mettere al bando il protezionismo. Nella realtà non sono stati ripudiati, in quella sede, né la clausola Buy american (“comprate americano”), varata dal Congresso degli Usa, né il protezionismo francese sull’automobile, nè quello inglese sul mercato del lavoro.
Ciò indica che la crisi mondiale tende a indebolire i principi portanti della globalizzazione.
Rimangono sempre forti, tuttavia, altri aspetti della globalizzazione, come gli ethnoscapes (flussi di persone, immigrati, ecc.) e i mediascapes (flussi provenienti dai mass media).
C'è una sorta di “globalizzazione degli affetti”, dal Grande Fratello alle banlieue in fiamme, dall'Isola dei famosi all'uragano di New Orleans, dalle bombe nel metrò di Londra allo tsunami, all’elezione di Obama.
Il sentimento di vibrare all'unisono, è una condizione che non si era mai verificata prima.